Curriculum Vitae Dottor Natale Ursino

Nato a Locri (RC) il 29 settembre 1975.

Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Ferrara, discutendo la tesi sperimentale: “Controllo dell’emesi e del dolore post operatorio nella colecistectomia laparoscopica mediante l’uso del desametasone” (Relatore Prof. Andrea Sortini).

Dal IV anno del corso di Laurea, frequenta in qualità di studente interno la Clinica Chirurgica dell’ Università di Ferrara diretta dal Professor Alberto Liboni.

Il percorso formativo durante gli anni della Scuola di Specializzazione, sotto la preziosa guida del proprio Maestro, Dottor Daniele Marcello, ha permesso un costante sviluppo professionale nel campo della Chirurgia Generale e della Colonproctologia approfondendo le proprie conoscenze nell’ambito della patologia colo-retto-anale, con particolare attenzione alla “terapia integrata” del Paziente affetto da patologia del pavimento pelvico apprendendo nuove tecniche chirurgiche per il trattamento del prolasso del retto, delle fistole anali complesse, della ricostruzione chirurgica dell’apparato sfinteriale e della patologia emorroidaria. Ha, inoltre, approfondito il campo della diagnostica in particolare, l’ecografia endoanale e la manometria ano-rettale per lo studio funzionale della regione ano-rettale.

Segue quindi il Diploma di Specializzazione presso l’Università degli Studi di Ferrara con pieni voti in Chirurgia Generale con indirizzo Chirurgia d’Urgenza discutendo la tesi sperimentale: “Fast track nella chirurgia laparoscopica del trattamento del tumore del colon- retto ” (Relatore Prof. Alberto Liboni).

Nel 2011 si trasferisce a Roma, ove inizia a frequentare il reparto del’UOC di Chirurgia Generale 1 del Complesso Integrato Columbus (Policlinico A. Gemelli) centro di riferimento per la chirurgia laparoscopica avanzata.

Pratica regolarmente chirurgia laparoscopica e mininvasiva, svolgendo inoltre attività di endoscopia digestiva presso il Servizio di Endoscopia del Complesso Integrato Columbus.

Aree di Interesse:

Chirurgia colo-rettale: Neoplasie del colon e del retto mediante TME (total mesorectal excision), TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery). Malattie infiammatorie croniche mediante Proctocolectomia con reservoir ileale. Malattia diverticolare.

Chirurgia della stipsi: Rettopessi laparoscopica, Plastica del rettocele e dell’enterocele.

Chirurgia Addominale: colecistectomia laparoscopica, Plastica della parete addominale.

Chirurgia della regione anale e sacrale: Trattamento della patologia emorroidaria mediante tecnica THD e con bisturi a radiofrequenza (Ligasure®); trattamento chirurgico della Fistola perianale mediante tecnica Video-Assisted Anal Fistula Treatment (VAAFT) e mediante LIFT (Ligation of Intersphincteric Fistula Tract), trattamento chirurgico della Ragade anale; trattamento chirurgico del Sinus pilonidalis mediante Endoscopic Pilonidal Sinus Treatment (E.P.Si.T.) e mediante tecnica di Lord Milard.

Malattie infiammatorie: Malattia di Crohn, Colite ulcerosa. Colite indeterminata.

Incontinenza fecale: Riabilitazione pavimento pelvico, Stimolazione del Nervo Tibiale Posteriore, trattamento dell’incontinenza fecale mediante impianto di Gatekeeper e mediante tecnica chirurgica ricostruttiva di Sfinteroplastica e di Plastica del pavimento pelvico.

Dolore pelvico cronico: Riabilitazione pavimento pelvico mediante Fisiokinesiterapia, Elettrostimolazione e Biofeedback, Stimolazione del Nervo Tibiale Posteriore.

Indagini diagnostiche del colon-retto e del pavimento pelvico: Manometria Anorettale, Ecografia Transanale con sonda rotante 360°, Ecografia Perineale Dinamica, Test di Sensibilità dell’ano-retto, endoscopia digestiva (colonscopia ed esofagogastroduodenoscopia).

PATOLOGIA VERTEBRALE

Come tutte le articolazioni del nostro corpo, anche la colonna vertebrale è sottoposta ad un progressivo invecchiamento. Dalla IV decade la degenerazione discale contribuisce allo sviluppo di alterazioni anatomiche a carico di piatti vertebrali, legamenti e faccette articolari.

La naturale predisposizione di alcune persone allo sviluppo di patologie vertebrali, dovuta alla loro peculiare struttura anatomica, può essere aggravata da altri fattori quali il lavoro usurante, posture errate ed il peso ponderale elevato.

Il dolore riferito alla colonna cervicale (cervicalgia) o lombare (lombalgia) può originare da numerose strutture anatomiche osteo-articolari, muscolo-fasciali. La comparsa di irradiazione del dolore ad un arto, associato eventualmente ad alterazioni della sensibilità (formicolii, bruciori ecc.) e/o della forza muscolare, è segno di sofferenza di una radice nervosa dovuta, nella maggior parte dei casi, ad una sua compressione a livello della colonna vertebrale.

Il corretto inquadramento diagnostico è fondamentale per pianificare una terapia conservativa individuale che miri a correggere posture non fisiologiche ed a ripristinare la *** biomeccanica della colonna vertebrale.

FIGURA DISCO DEGENERATO

Ernia del disco

Il disco intervertebrale è costituito da un nucleo centrale elastico (nucleo polposo) e da una struttura ligamentosa che lo circonda mantenendolo in sede, l’anello fibroso. Sollecitazioni meccaniche eccessive possono portare ad una rottura dell’anello fibroso ed alla fuoriuscita di una parte del nucleo polposo nel canale vertebrale (l’erniazione del disco).

La sintomatologia clinica è dominata dal dolore cervicale o lombare, espressione della rottura dell’anulus fibroso e dello stiramento del legamento longitudinale posteriore. In caso di compressione di una radice nervosa possono coesistere irradiazione del dolore ad un arto, deficit di sensibilità o di forza (in caso di danno radicolare più consistente), riduzione dei riflessi osteo-tendinei corrispondenti. Le ernie discali molto voluminose possono provocare una compressione poliradicolare a livello lombare o del midollo spinale a livello cervicale. La diagnosi clinica (visita con esame neurologico) è supportata da esami neuroradiologici (RMN e/o TAC) e, in alcuni casi, da esami neurofisilogici (elettromiografia o i potenziali evocati PEM e/o PES).

La terapia conservativa (non chirurgica), efficace nella maggior parte dei pazienti, prevede il riposo assoluto e una terapia antinfiammatoria associata o meno a terapie fisiche antalgiche.

L’intervento chirurgico è riservato ai pazienti con deficit di forza ingravescenti, segni di compressione midollare, deficit sfinterici o che non siano guariti con la terapia conservativa.

FIGURA ERNIA DEL DISCO

Sindrome faccettale

La faccette articolari posteriori sono la struttura anatomica più frequentemente coinvolta nella generazione della rachialgia. Le alterazioni delle fisiologiche curve vertebrali, la degenerazione dei

dischi e le contratture muscolari sono tutti fattori che provocano l’incremento dello stress meccanico a carico di queste articolazioni, con conseguente infiammazione acuta o cronica (e quindi dolore).

La diagnosi è clinica e può essere supportata da particolari sequenze di RMN e radiografie dinamiche. La terapia conservativa è, nella maggioranza dei casi, efficace per il controllo o la regressione dei sintomi. Attraverso terapie manuali, macchinari specifici (tecarterapia e laser), tecniche posturali ed osteopatiche è possibile ridurre lo stress meccanico sulle faccette articolari migliorando la postura del paziente.

Stenosi del canale

La spondilo-disco-artrosi è una degenerazione cronica e generalizzata della colonna vertebrale che coinvolge i corpi vertebrali, i dischi, le faccette articolari e i legamenti, e provoca la progressiva stenosi (restringimento) del canale spinale e dei forami intervertebrali.

La stenosi del canale cervicale può portare alla comparsa progressiva di sintomi legati alla sofferenza delle radici (dolore e alterazioni di forza e sensibilità agli arti inferiori) e del midollo (rigidità e deficit di forza agli arti inferiori, disturbi sfinterici). I pazienti con stenosi del canale lombare lamentano riduzione della forza agli arti inferiori con eventuale irradiazione radicolare del dolore in caso di stenosi foraminale.

La diagnosi radiologica è affidata alla RMN o alla TAC.

L’unica terapia in grado di portare beneficio significativo e duraturo a questi pazienti è la decompressione chirurgica delle strutture nervose sofferenti.

FIGURA STENOSI CERVICALE – RM

Spondilolistesi

La spondilolistesi lombare è una patologia del segmento lombare della colonna vertebrale caratterizzata dallo scivolamento di una vertebra su un’altra con perdita dei normali rapporti anatomo-funzionali. Le spondilolistesi possono essere classificate in base all’entità dello scivolamento (gradi 1-4) ed alle cause (da difetto di sviluppo o acquisite).

La sintomatologia è dominata dalla lombalgia, alla quale si puo’ associare una radicolopatia mono o bilaterale in caso di compressione delle radici nervose a livello dei forami intervertebrali.

La diagnosi radiologica è affidata alla RMN, alla TAC ed alle radiografie dinamiche.

La terapia conservativa può dare beneficio ai pazienti con spondilolistesi stabile, in assenza quindi di movimenti patologici. La terapia chirurgica prevede la stabilizzazione del segmento con conseguente fusione tra le vertebre adiacenti ed è l’unica terapia in grado di risolvere il problema in modo definitivo.

FIGURA SPONDILOLISTESI

 

 

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